venerdì 12 giugno 2020

STEP#24 Sintesi blog

Nel corso di questi mesi abbiamo sviscerato moltissimi, se non tutti, aspetti del fuoco. Abbiamo esaminato lo sviluppo fono-sintattico del termine  con le varie differenze che intercorrono tra le diverse lingue( step1 ) e analizzato l’importanza cruciale che il fuoco ha rappresentato per l’umanità tanto da entrare in modo prepotente nella mitologia di moltissime civiltà ( step2 step4 ). Abbiamo analizzato il fuoco anche come puro oggetto che affascina ed ammalia, chi non è rimasto almeno una volta incantato dal fuoco che scoppietta nel camino ( step3 )? Nello stesso discorso si è anche evidenziato come abbia svolto un ruolo simbolico  in poesia, in letteratura, in pittura e anche nel cinema non indifferente ( step5 step6 step7 step9 step10). Abbiamo dimostrato come sia stato oggetto di studi fin dall’antichità con Eraclito, ad esempio, che lo elevò a fulcro del tutto e con Platone nella sua teoria degli elementi ( step8 ). Il fuoco si è dimostrato un elemento bipolare nel senso che racchiude in sé astrattismo puro con concretezza ferma, abbiamo potuto vedere come sia stato possibile trovare parallelismi e analogie inizialmente impensabili  con fatti di cronaca attuali ( step 11 step14 ), tutto questo considerando sempre un evoluzione umana che ha portato ad una differente consapevolezza utilitaristica delle sue reali capacità ( step12 step13 step15 ) che ha mutato ovviamente il modo di intenderlo ed ha evidenziato, ancora una volta, la sua mutevole natura. Siamo riusciti a personificare il fuoco capendo come abbia in sé aspetti più umani del previsto ( step16 ) e trasposte le sue caratteristiche in mondi utopici e in considerazioni di grandi pensatori (  step 18 step19 step20 ). Siamo riusciti infine ad analizzare aspetti critici come l’etica sempre “con gli occhi del fuoco” ( step21) e dimostrato come il concetto fuoco possa reggere qualsiasi prova come quella di essere protagonista di una serie tv ( step22) o essere la base di un abecedario ( step17 ) o essere analizzato con una mappa concettuale( step23 ).   


martedì 9 giugno 2020

STEP#22 Prometeo e l'uomo

Prometeo in un dipinto di Gustave Moreau
Trama:

Prometeo aveva appena deciso di schierarsi dalla parte degli dei nella lotta con i titani nonostante molti suoi fratelli decisero di parteggiare per Crono. Durante le vicende che vanno dalla lotta fino alla celebre punizione di prometeo vengono approfonditi problematiche etiche e filosofiche che tormentano l’eroe “amico dell’uomo” per antonomasia.

 

Episodio 1:

Prometeo con i suoi numerosi  fratelli vivevano tra gli uomini e brillavano per saggezza, ma presto vennero corrotti dalla carne e cedettero alle tentazioni del vizio e dell’avidità, così gli dei capitanati da Zeus dovettero intervenire distruggendo la loro città. Solo pochi tra i suoi moltissimi fratelli  sopravvissero alla catastrofe tra cui Atlante e Menezio che si schierarono dalla parte di Crono e, con tutti gli altri titani, marciarono verso il monte olimpo. Prometeo decise invece di parteggiare per gli dei, capendo gli errori commessi dai fratelli e tentò invano di farli rinsavire, ma fallì. Si trovò a questo punto dinanzi ad un grandissimo dilemma: combattere per ciò che riteneva corretto e condannare i fratelli oppure parteggiare completamente per la famiglia per proteggere coloro che amava. Questo dilemma lo bruciò dentro (step 7) e con numerose difficoltà decise di seguire la sua giustizia, estrasse la spada e dalla parte degli dei era pronto a morire per ciò in cui credeva.

 

Episodio 2:

La battaglia si rivelò particolarmente cruenta con una vittoria finale, non del tutto scontata degli dei olimpici. Crono e gli altri titani vennero imprigionati nel Tartaro mentre ai fratelli di prometeo toccarono punizioni esemplari, come Atlante che venne condannato a sorreggere il cielo per l’eternità. Il contributo di Prometeo per l’esito finale della guerra fu evidente ed entrò nelle grazie di Zeus tanto che ottenne libero accesso alla vetta dell’Olimpo e ebbe l’incarico di forgiare l’uomo usando il fango per il corpo ed il fuoco per l’anima(step1 step2). Come ogni padre anche prometeo amava i propri figli ed era pronto a tutto pur di alleviare le loro sofferenze, ne diede una priva prova quando venne incaricato da Atena di distribuire un determinato numero di qualità che però gli risultarono non sufficienti  decidendo allora di sottrarre alla dea uno scrigno contenente intelligenza e memoria per poterlo donare all’umanità. Zeus iniziò a vedere di cattivo occhio l’amore di prometeo verso i suoi figli temendo che donando loro troppe conoscenze e virtù sarebbero potuti diventare via via sempre più astuti, furbi e pericolosi.

 

Episodio 3:

Agli albori dell’umanità essi erano ammessi alla presenza degli dei, un po’ perché permetteva alle divinità di pavoneggiarsi, un po’ per approfittare dei doni che volevano dare loro. Gli uomini portarono davanti a Zeus come dono un enorme bue e si decise che metà spettava al padre degli dei e l’altra metà agli uomini, colui che avrebbe dovuto dividere le carni sarebbe stato Prometeo. Il titano nascose le parti migliori del bue sotto la pelle del ventre mentre rivestì le ossa di lucente grasso, facendole apparire appetitose. Zeus scelse il pezzo che riteneva migliore, le ossa, e si infuriò privando l’uomo del fuoco per punirli del torto subito. Gli uomini iniziarono a morire senza il fuoco in preda alle intemperie del Mondo e per la seconda volta Prometeo dovette scegliere se obbedire o fare ciò che riteneva giusto. Decise di restituire il fuoco all’uomo, venne aiutato ad entrare nell’Olimpo da Atena dove prese una fiaccola e la donò all’uomo. Zeus divenne furioso come mai prima di allora, imprigionò Prometeo su versante di una montagna dove una volta al giorno sarebbe giunta un’aquila che gli avrebbe strappato il fegato che sarebbe ricresciuto la notte. Prometeo mosso da una passione cocente e da indistruttibili ideali sacrificò la propria eternità per aiutare i suoi figli .


sabato 30 maggio 2020

STEP#21 Etica del progresso visto come un fuoco

I 4 cavalieri del progresso: scienza, tecnologia, società ed etica
 I 4 cavalieri del progresso: scienza, tecnologia, società ed etica
Come spesso abbiamo evidenziato in questo blog è possibile associare al fuoco una molteplicità di aspetti, strumenti o processi che risultino sostanzialmente ingordi e pericolosi oppure magnanimi e generosi , vista la duplice natura del fuoco stesso. Associando al fuoco un processo che appare quasi incontrollabile come il progresso possiamo evidenziarne le due differenti facce della medaglia. Ritengo che il progresso sia iniziato con la formazione della terra e che si sia declinato poi su i più diversi e disparati ambiti: antropologico, ambientale, sociale, tecnologico, spirituale ed economico sono solo alcuni che mi sono venuti in mente. Analizzando quello tecnologico sono maggiormente evidenti i duplici aspetti benigni-maligni. Indubbiamente ha portato a numerosi benefici sul piano della vita personale e sociale di ciascun individuo, anche solo soffermandosi agli ultimi 50 anni è evidente il miglioramento con il tenore di vita  che si è alzato in maniera decisa. Ma questo progresso non è solo bene, a questo pro ritengo che lo scrittore siciliano Verga abbia creato un immagine perfetta del progresso scrivendo che era come un'onda alla quale non importava che le persone fossero pronte a cavalcarla. Molte sono morte per il progresso che agli occhio di tanti risulta come l'unico vero obiettivo, sia  esso inteso come affermazione nell'ambiente lavorativo ad esempio. E' un' illusione che promette e spesso illude e non mantiene. L'ignoranza delle persone che hanno elevato il progresso a divinità ha portato, ad esempio, alla situazione attuale del nostro pianeta che non sa più come chiedere aiuto. 

mercoledì 27 maggio 2020

STEP#20 La passione e la noia in Leopardi


Ritratto di Leopardi
Lo Zibaldone rappresenta una sorta di gigantesca e monumentale opera letteraria in cui Leopardi riversa una quantità considerevole di pensieri e considerazioni filosofiche, letterali,  antropologiche e linguistiche, con abbozzi di poesie o note saggistiche. Nelle trattazioni più filosofiche possiamo facilmente individuare il concetto di "Noia" che rappresenta l'antitesi perfetta del fuoco inteso come passione da Leopardi. Per Leopardi il fuoco era la voglia di vivere ed il sentimento della pienezza interiore che non fu mai in grado di raggiungere completamente. Di seguito riporto un breve estratto dello Zibaldone in cui viene trattata questa tematica: 

"Chi dice assenza di piacere e dispiacere, dice noia... La noia corre sempre e immediatamente a riempiere tutti i vuoti che lasciano negli animi de’ viventi il piacere e il dispiacere; il vuoto, cioè lo stato d’indifferenza e senza passione, non si dà in esso animo, come non si dava in natura secondo gli antichi. La noia è come l’aria quaggiú, la quale riempie tutti gl’intervalli degli altri oggetti, e corre subito a stare là donde questi si partono, se altri oggetti non gli rimpiazzano. O vogliamo dire che il vuoto stesso dell’animo umano, e l’indifferenza, e la mancanza d’ogni passione, è noia, la quale è pur passione... La noia è il desiderio della felicità, lasciato, per cosí dir, puro. Questo desiderio è passione. Quindi l’animo del vivente non può mai veramente essere senza passione. Questa passione, quando ella si trova sola,quando altra attualmente non occupa l’animo, è quello che noi chiamiamo noia" (17 ottobre 1823).


lunedì 25 maggio 2020

STEP#19 Il fuoco nell'universo utopico letterario

Fuoco interiore 
Uno dei più recenti libri che ho letto è  "The giver" ,scritto da Lois Lowry, in cui viene presentato questo mondo distopico in un futuro non ben precisato dove tutte le persone hanno abbandonato le emozioni ed i ricordi nella convinzione che fosse a causa di queste lo scoppio di guerre, di omicidi e di altri terribili gesti. Viene presentato un mondo dove non esiste amore nè odio, persino al vocabolario vengono eliminate parole che rappresentano eccessi. Per gli abitanti di questo nuovo mondo questa è la realtà e non immaginano neanche sia potuto essere diversamente in passato. La domanda che mi è sorta leggendo questo libro è se vale la pena barattare le proprie emozioni, sentimenti, passioni e quindi il fuoco che arde dentro ciascuno di noi in cambio di una "mezza vita" senza, però, dispute . Ovviamente ogni uomo dotato di raziocinio e di amore verso l'umanità ripudia la guerra ed ogni gesto di violenza di qualunque tipo, ma ritengo che limitare la libertà di tutti per risolvere una problematica non sia la corretta via. Possibile riscontrare un parallelismo con le vicende descritte nei fumetti e poi trasposte al cinema con l'ultimo film degli eroi Marvel, il cattivo di turno ha come obiettivo il dimezzamento della popolazione dell'intero universo per evitare che questa cresca a dismisura prosciugando ogni cosa possibile. A questo punto il problema che ci si pone è il medesimo di quello del libro, una domanda di stampo morale altamente personale e soggettiva. Personalmente ritengo gli eccessi dannosi in ogni loro forma, esistono numerose strade che portano alla medesima città e si può scegliere la più facile ed immediata che comporta un prezzo eccessivo o la più lunga, tortuosa e ripida che ripaga sul lungo termine. Nel caso specifico del romanzo di Lowry, il privarsi di una parte dell'essere umano così preponderante come la sfera emotiva è veramente limitativa e porta ad una vita vissuta a metà. Il fuoco delle nostre emozioni arde e spesso causa problematiche, ma non è con l'estinzione che si supera il problema, lo si deve imparare a controllare o magari a gestire, ma deve sempre continuare ad esistere.

venerdì 22 maggio 2020

STEP#18 La passione per Marx

Fotografia  di Karl Marx
Una delle persone più carismatiche e rivoluzionarie della storia è sicuramente il filosofo ed economista che ha ideato, teorizzato e delimitato le linee guida per la costruzione di uno stato ideale quale è il Comunismo: Karl Marx. Marx era mosso da un fuoco interiore, da una fervida passione che lo ha portato nel suo più noto scritto “Il capitale” a criticare il vigente stato economico, evidenziando tutte le criticità a favore di una nuova realtà utopistica dove l’uomo avrebbe messo da parte il proprio egoistico desiderio per concorrere ad un bene comune universale. Marx nella trattazione dimostrò un attaccamento alla tematica particolare, lo si evince dalla terminologia usata di duro attacco a sfogo, era un passionale che agiva come tale, senza mezzi termini, quasi in modo rude e “violento”. Nonostante le buone intenzioni, un po' come il fuoco stesso, era una sorta di paradosso vivente perché odiava il capitalismo, ma la maggior parte della sua vita l’ha trascorsa come un borghese modello portando la figlia a scuola di danza in una delle più prestigiose scuole di Londra e si ritrovava alla sera con intellettuali a disquisire del più e del meno. La passione che è riuscito a trasmettere nel suo libro ha però convinto moltissime persone della bontà delle sue idee, molte volte si è cercato di instaurare un sistema governativo come quello da lui descritto con terribili risultati purtroppo, esempio più evidente quello russo che in breve si è tramutato in una terribile e limitante dittatura, dove “tutti sono uguali, ma c’è gente più uguale di altra”


mercoledì 20 maggio 2020

STEP#17 Abbecedario parola fuoco

Ardere
Bruciare
Consumare
Distruggere
Energia
Fatuo
Grintoso
Hip-hop 
Illuminare
Luce
Morte
Necessario
Ostacolo
Passione
Quarantena
Rogo
Svelare
Tecnologia
Utile
Vigore
Zolfo

lunedì 18 maggio 2020

STEP#16 Dorian Grey come "testimonial" del fuoco

Dorian Grey e la sua anima
Abbiamo già precedentemente analizzato sotto molteplici punti di vista il fuoco, sia per le sue caratteristiche prettamente fisiche sia per quelle simboliche. Dovendo associare e cercare una sorta di personificazione del concetto di fuoco opterei per il protagonista del libro  " Il ritratto di Dorian Grey" che quale venne scritto da Oscar Wilde e pubblicato nel 1890/1891. In Dorian Grey rivedo alcune peculiarità distintive del fuoco come la capacità di ardere, consumare e distruggere, nel corso degli eventi descritti nel libro assistiamo ad un profondo e irreversibile cambiamento del protagonista che dall'essere un ragazzo ingenuo e buono diventa un uomo privo di scrupoli e manipolatore, tutto ciò per via di una malsana filosofia propinatagli da un suo caro amico che lo aveva convinto che la vita andasse vissuta pienamente senza farsi troppi problemi, questo fatto mischiato con il suo ritratto "magico" che assorbiva il trascorrere degli anni e le brutalità da lui commesse lo avevano trasformato in un mostro. Così come il fuoco con lo l'avanzare dei capitoli ci si rende conto di come sia inarrestabile, ottiene ciò che brama e consuma tutto quello che ha intorno. Il fuoco per esistere ha bisogno di qualcosa da bruciare altrimenti si estingue, lo stesso accadde per Dorian Grey che era alla continua ricerca di nuovi stimoli ed esperienze, tanto dall'arrivare all'uccidere e buttare nel fiume uno dei suoi più cari e vecchi amici, colui che aveva realizzato, seppur in maniera inconsapevole, il suo ritratto speciale. Descrivendo così le analogie tra fuoco ed il personaggio diviene quasi paradossale il finale del libro in cui assistiamo alla morte di Dorian GRey per via di un incendio che ha provocato la distruzione del dipinto che si rivelerà essere una sorta di personificazione della sua anima. 

sabato 16 maggio 2020

STEP#15 Il fuoco come strumento di sostenibilità

La società moderna tende a considerare il progresso come una curva esponenziale senza evidentemente preoccuparsi del fatto che, dipendendo direttamente da risorse limitate, ciò è completamente errato. Come spiegato in modo accurato e preciso nel libro "I limiti dello sviluppo umano" bisogna trovare vie alternative di esistenza altrimenti il nostro sistema imploderà più presto del previsto, da anni si parla dell'importanza delle fonti energetiche rinnovabili, ma è una sorta di predica nel deserto con le multinazionali e chi gestisce il business petrolifero che fanno orecchie da mercante. In moltissimi casi sono stati evidenziati i benefici della politica green ed il fuoco, inteso in senso lato, vede un utilizzo veramente intensivo. La prima casistica che viene subito in mente è quella legata ai pannelli ed impianti fotovoltaici che sfruttano la forza del sole per la produzione di energia, la fonte da cui essa viene presa è ovviamente illimitata e quindi non viene "spremuto" il nostro pianeta, ma vi sono alcuni aspetti negativi poichè il tappezzamento di un numero considerevole di pannelli occupa una porzione importante di terreno, senza considerare il fatto che lo smaltimento dei medesimi pannelli risulta estremamente complesso. Un altro aspetto in cui il fuoco si presenta nella politica green riguarda i termovalorizzatori, un tipo di inceneritore in cui il calore ottenuto dalla combustione di rifiuti viene usato per produrre vapore il quale viene utilizzato per la produzione di energia elettrica. L'EPA (Environmental Protection Agency) ha sviluppato una piramide gerarchica di valutazione delle procedure di smaltimento dei rifiuti non pericolosi riconoscendo che un unico approccio metodologico di smaltimento non è valido per tutte le circostanze. 

giovedì 14 maggio 2020

STEP#14 Il fuoco come fatto di cronaca

Sacro sepolto dove si accende il fuoco sacro

Sebbene sia fin troppo facile citare gli innumerevoli incendi che, anche recentemente, hanno colpito il nostro pianeta, uno su tutti quello in Australia, vi è un evento di cronaca legato al fuoco, "positivo", ovvero l’accensione spontanea di un fuoco prodigioso che avviene ogni anno nella Basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme tra le mani del Patriarca Greco-Ortodosso durante la liturgia pasquale della Resurrezione del Signore. In quel luogo, unico al mondo, che segna il punto in cui Cristo è risorto, si rinnova ogni anno questo "miracolo" che secondo la tradizione orientale scomparirà soltanto al tempo dell’apocalisse finale. Eppure nessuno ne sa nulla e non se ne è mai sentito parlare in occidente, se non all’epoca delle Crociate. Gli Ortodossi accusano velatamente i Cattolici di tenere nascosto il prodigio, che sembrerebbe privilegiare la Chiesa Greca. Sta di fatto che il fenomeno, rigorosamente controllato anche dalle autorità locali, non è mai stato adeguatamente pubblicizzato.In Italia ne resta un velato ricordo nella tradizione fiorentina della “Colombina”.
Nonostante la fede personale e la religione è fuori discussione il fascino di quello che alcuni considerano miracolo, sembrerebbe rappresentare senza nessun dubbio un evento da non perdere da guardare anche solo con gli occhi di un bambino per godersi il fascino di ciò che rappresenta per le altre persone. 
Foto patriarca durante la funzione

STEP#13 Interazione tra il fuoco e l'ingegneria

Come analizzato anche nei post precedenti la potenza del fuoco è, a dir poco, smisurata essendo in grado di modellare, plasmare ma anche di distruggere. A livello ingegneristico è interessante l'approccio alla tematica della sicurezza antincendio, entrata in vigore Italia con un decreto legge del 9/05/2007 in cui si elaborò una strategia per affrontare il problema incendi in modo più scientifico. Si tratta in definitiva di utilizzare dei programmi di calcolo e dei modelli di incendio che consentono (banalizzando) di fornire dati numerici che esprimono ad esempio il rilascio termico del focolare, l’irraggiamento termico sulle strutture portanti o sulle persone, il livello da terra dei fumi opachi, ecc. Ovviamente non è il software che fa tutto il lavoro e spesso si richiede il controllo umano per verificare determinate condizioni. Questo approccio numerico/scientifico ha presentato evidentemente molti vantaggi, ottimizzando i tempi per i controlli dei progetti e la revoca dell'approvazione da parte del corpo dei vigili del fuoco. Come spesso accade l'ingegneria ha snellito un processo che in passato risultava arbitrario e spesso fallace, causando vittime e tragedie, basti solo ricordare l'incendio del cinema Statuto, qui a Torino, in cui persero la vita 64 persone per intossicazione da fumi. 

Immagine cinema Statuto prima dell'incendio 

domenica 3 maggio 2020

STEP#12 Concezioni medievale del fuoco

Il fuoco, inteso come strumento dalla indubbia duttilità strumentale, ha svolto ruoli via via sempre più complessi e diversi nel corso della storia, dall'essere usato solo per riscaldarsi e cuocere (come descritto nel post1 XXXXX) fino al diventare strumento di punizione e tortura. Notiamo come il Medioevo, periodo che va dalla caduta dell'impero romano d'occidente (476) fino alla scoperta dell'America (1453), viene tradizionalmente associato al periodo dei secoli bui in cui la fece da patrone il misticismo, la superstizione e la Chiesa. Il fuoco in questo contesto tenebroso e oscuro in via quasi paradossale aumenta il suo essere tetro. Il fuoco venne elevato a simbolo nella lotta contro le stregonerie che portò al rogo moltissime donne e anche diversi uomini. Il fuoco venne usato dal tribunale dell'inquisizione come simbolo di purificazione dal male in favore di un ritorno alla retta via cristiana ( o almeno ciò che loro ritenevano tale).  Il concetto di purificazione in questo contesto dove paura, ignoranza e obbedienza si mescolano perfettamente in questo teatro dell'assurdo assume un valore quasi paradossale, uccidere allo scopo di purificare sembra un enorme antifrasi. Anche Dante nella divina commedia ha una concezione similare del fuoco, sempre ovviamente seguendo il classico contrappasso dove le pene vengono espiate con punizioni contrarie. 

Sovra tutto 'l sabbion, d'un cader lento,
piovean di foco dilatate falde,
come di neve in alpe sanza vento...


"...chi è quel grande che non par che curi
lo 'ncendio e giace dispettoso e torto,
sì che la pioggia non par che 'l marturi?" ...


"...Dentro dal monte sta dritto un gran veglio,
che tien volte le spalle inver' Dammiata
e Roma guarda come suo speglio..."

Anche Dante dimostra in questo estratto come la concezione medievale del fuoco sia prettamente punitiva, l'inferno è fiamme, il paradiso, invece, luce. 

giovedì 30 aprile 2020

STEP#11 La pandemia vista come un fuoco

Covid-19 visto al microscopio
Il termine " pandemia", la cui origine si suppone sia datata verso il XIX secolo, indica una malattia/epidemia che tende a diffondersi in modo incredibilmente rapido su scala planetaria. Ovviamente,vista la grave situazione che stiamo tutti vivendo a causa del diffondersi del Covid-19, questo termine è diventato quasi di utilizzo quotidiano. La definizione stessa di pandemia, e quindi la natura intrinseca del Covid, presenta le medesime caratteristiche fondamentali del fuoco, La prima distrugge sistemi economici oltre che a mietere vittime, allo stesso modo il secondo fa "terra bruciata", come si suol dire, lasciando il nulla dietro a sé. Un'altra analogia può essere vista nella modalità di propagazione con il Covid che necessita del contatto umano e fa dell'interazione sociale il suo carburante preferito, trovando in questo contesto terra fertile in Italia che, per quanto si possa dire, è una delle terre in cui convivialità, contatto umano e comunità la fanno da padrone. In questo senso il fuoco esiste in funzione di qualcosa che arde, un fuoco senza combustibile non può esistere come il Covid senza contatto.


Città di New York deserta. sublime romantico
terra bruciata, simbolo di infertilità e morte

venerdì 24 aprile 2020

STEP#10 La forza del fuoco nel cinema

La potenza divagante del fuoco con il suo eclettismo simbolico ha preso largo nel cinema occupando diverse scene chiave. Tra i primi che mi vengono in mente c'è sicuramente "Fuoco assassino", scritto da Ron Howard, dove il fuoco viene prima impiegato e poi affrontato direttamente. Anche un altro capolavoro del genere apocalittico quale "The day after tomorrow" pur descrivendo, in un qual senso, un mondo che congela presenta una scena particolarmente significativa sul fuoco che ha permesso ai protagonisti di evitare l'ipotermia. Nonostante la soggettiva bellezza e/o interesse che possono suscitare questi film ve ne è uno che racchiude in una scena tutta la potenza, impeto e voracità del fuoco: "Bastardi senza gloria". La scena del cinema nazista con la seguente morte di tutto lo stato generale e di hitler stesso a causa dell'incendio scoppiato per aver dato fuoco a della pellicola, una vendetta che risulta essere perfettamente in linea con il contrappasso dantesco. Riporto la scena topica descritta brevemente.

venerdì 17 aprile 2020

STEP#9 Concezione distruttiva del fuoco nelle arti figurative



Il dipinto riportato è "L'incendio della camera dei lords e dei comuni" realizzato da William Turned nel 1835 e, ad oggi, conservato nel "Museum of art" di Cleveland (USA). Il pittore romantico ritrae il nel quadro il celebre incendio che ha colpito il Parlamento inglese nella notte tra il 16 ed il 17 ottobre 1834. Il pittore, come elemento tipicamente romantico, ha descritto il sublime (link descrizione accurata qui) soffermandosi sulla parte distruttrice della natura con questa nube di fuoco che, librandosi in aria, incute quasi una sensazione di timore e misto stupore per l'enorme potenza della natura.

mercoledì 15 aprile 2020

STEP#8 La concezione fisica del fuoco per Platone


Nei dialoghi di Platone il concetto e/o essenza del fuoco si presenta diverse volte, ricordo, anche solo da esperienza liceali passate, la sua fondamentale importanza del “mito della caverna” perché permetteva la proiezione delle ombre degli oggetti sulla parete rocciosa davanti agli occhi di uomini imprigionati e bloccati. La presenza del concetto “fuoco” che mi ha maggiormente colpito è pero presente nel “Timeo” che probabilmente rappresenta lo scritto platonico che ha influenzato in modo più netto sulla filosofia e sulla scienza. In questo testo vengono affrontate tre problematiche: la prima cosmologica legata alla creazione dell’Apeiron(https://it.wikipedia.org/wiki/%C3%81peiron), la seconda incentrata sulla questione fisica della sua struttura ed infine quello della natura iperuranica che permane nel suo stato di quiete. Nella prima parte dell’opera  Platone si sofferma sul descrivere il dualismo tra mondo delle cose e mondo delle idee oltre a descrivere l’ “Architetto divino”, il Demiurgo, che venne poi anche paragonato ad Dio cristiano.
Il fuoco compare però solo nella seconda parte dove Timeo, personaggio del racconto, descrive la natura del cosmo come privo di forma, caotico e soggetto alle leggi di necessità. Nella trattazione degli elementi fisici si avvisa però che ogni conclusione non può essere certa, ma solo probabile perché tutto è soggetto al divenire. A seguito di tale precisazione Platone inizia a descrivere il cosmo come composto di quattro elementi fondamentali: fuoco, acqua, terra e aria (teoria dello Xu a cui rimando il link di un mio post). Per Platone gli elementi di per sé non erano aspetti puri ed increati, ma derivavano dai triangoli, questi vanno a costituire dei solidi così piccoli da risultare invisibili, ma che in grandi quantità appaiono come, appunto, i quattro elementi:


                                                                  cubo per la Terra
                                                                  ottaedro per l’aria
                                                                  icosaedro per l’acqua


                                                                  tetraedo per il fuoco



Viene  ipotizzata la presenza anche di un quinto solito platonico: il dodecaedro la cui funzione non è nota, ma sembrerebbe svolgere compito puramente decorativo per il cosmo.
Riporto di seguito un breve estratto del “Timeo:

“Iddio, pose Acqua e Aria in mezzo a Fuoco e Terra, e li proporzionò fra loro il più possibile; in modo che il Fuoco fosse rivolto verso l'aria, l'Aria fosse rivolta verso L'Acqua e l'Acqua fosse rivolta verso la terra. Infine collego la Terra al Fuoco e compose un corpo visibile e palpabile”

Tra fuoco e terra (due estremi, I quanto il fuoco è il più leggero, mentre la terra è il più pesante), ritroviamo, Aria e Acqua, che hanno una qualità comune a Fuoco e Terra ed una qualità contraria: la Terra ha in comune con l'Acqua il freddo, mentre il fuoco ha in comune con l'Aria l'umido. In ogni caso, emerge che, anche nel pensiero di Platone, tutti i corpi sono composti da un insieme di elementi distribuiti secondo opportune proporzioni.


mercoledì 8 aprile 2020

STEP#7 Il fuoco nella poesia


“Nel fuoco danza 
la finzione del Mondo
con figure dolenti e dilette
fatte della nostra speranza 
e passione
Brucia l’essere
dove duole l’amore
di pudore arcaico
di rituale atroce
Sia la vita furore
per far cenere di tanta pena
ordine di tanta bellezza”
                                       
                                            Silvia Pio 


Considero questa poesia particolarmente eloquente e significativa, pur nella sua essenzialità, della concezione che condivido del fuoco. Attraverso un parallelismo l’autore associa il continuo mutarsi del mondo con le fiamme che si muovono in modo caotico, ma sinuoso e leggiadro quasi con fare ipnotico, personalmente mi è capitato un numero considerevole di volte di incantarmi nell’osservare quell’elegante danza. L’autore nei versi successivi si sofferma sul significato, probabilmente, più poetico del fuoco ovvero inteso come ardente sentimento spesso associato sia all’amore che all’odio evidenziando ancora una volta questo dualismo quasi cartesiano (link) insito nella sua natura, distruzione e creazione proprio come amore ed odio. 


lunedì 6 aprile 2020

#STEP6 Il fuoco nella letteratura di narrazione

Foto realizzata per la descrizione di Fahrenheit 451
Il fuoco è molto presente nella narrativa da tempi non sospetti, dimostrandosi un elemento trasversale in grado sia di aiutare che di condannare. Uno dei testi pervasi dal fuoco è il capolavoro di Ray Brudbury, “Fahrenheit 451”, dove in un mondo distopico, quasi orwelliano, i pompieri sono milizie del fuoco, non si occupano più estinguere incendi, bensì di appiccare roghi alle case di coloro che infrangevano la legge, sopratutto a chi nascondeva libri, oggetti vietati e banditi essendo la lettura assolutamente vietata per il regime. In questa visione di Brudbury il fuoco diviene strumento nelle mani del “cattivo” per perpetuare la propria influenza e mantenere il controllo della popolazione attraverso la paura. Un altro romanzo molto particolare e significativo è “Il fuoco” scritto da D’Annunzio e pubblicato verso il 1900. In questo romanzo ( rimando il link della trama qui) abbiamo nei due personaggi principali, Stellio e Foscarina, una diversa concezione dell’elemento, per il primo creazione, mentre per la seconda distruzione. Da Stelio il fuoco, immagine di «volontà eroica» e di capacità di plasmare la materia in «poesia pura», viene infatti chiamato «padre». Tanto la Foscarina quanto Stelio avvertono il fuoco come potenza maschile: se lei lo assimila all’amante, la cui passione virile per un’altra donna è avvertita come energia divorante, anche lui l’assimila a se stesso, e precisamente alla forza incoercibile della propria natura egoistica di maschio e della propria ispirazione d’artista che obbediscono entrambe solo alla prepotenza incontrollabile di una legge istintiva.

domenica 5 aprile 2020

STEP#5 Il simbolismo del fuoco nelle pubblicità



Ho scelto di riportare il trailer di una serie televisiva come "Game of Thrones" perché ho notato un forte simbolismo nell'utilizzo del fuoco che risulta essere quasi inarrestabile, feroce e vorace. Avanza inghiottendo e trangugiando tutto ciò che ha sotto tiro (un po' come descritto nello STEP#4) come una belva famelica.

venerdì 27 marzo 2020

STEP#4 Il fuoco nella mitologia norrena

Yggdrasil, albero del mondo
Nella mitologia norrena, Logi (norreno antico "fuoco") o Hálogi ("alta fiamma") è un gigante (Jǫtunn).Nelle antiche credenze norrene, Jǫtunn , indica un membro di una razza mitica di giganti dotati di una forza sovrumana, descritti in opposizione agli dèi, sebbene frequentemente si associassero o addirittura si sposassero con essi. Pur non appartenendo alla schiera degli Æsir né ai Vanir, è la divinità che rappresenta il fuoco.

Logi appare nel Gylfaginning (parte dell'Edda in prosa)  nel racconto del viaggio di Thor e Loki per il Jǫtunheimr. Giunti al castello del gigante Útgarða-Loki, Loki si trova a sfidare Logi nel chi era più veloce a mangiare. Fu posta una distesa di carne su un lungo tavolo e i due contendenti iniziarono ognuno da un lato per vedere chi prima arrivava nel mezzo. Entrambi impiegarono ugual tempo per raggiungere il mezzo del tavolo, ma Loki divorò della carne fino all'osso, mentre Logi consumò anche le ossa e persino il tavolo dove il cibo era stato posto. Successivamente Útgarða-Loki spiegò che Logi era il fuoco divoratore in persona[2].
Nel Flateyjarbók c'è la descrizione della famiglia di Logi:
«c'era un uomo chiamato Fornjót aveva tre figli. Uno era Ægir, un altro Logi, il terzo Kári; egli comandava sui venti, ma Logi sul fuoco e Ægir sul mare.»
I 3 fratelli insieme, rappresentano le tre forze primigenie che plasmarono la Terra. Sua moglie era la gigantessa Glöð, che gli diede due graziose figlie, Eisa ("brace", "ceneri") e Eimyrja ("brace splendente").
 Tralasciando la mera personificazione divina del fuoco, nella mitologia norrena l’aspetto più significativo è il simbolismo che esso assume.

Riproduzione Mùspell(link)
Múspellheimr ("terra delle fiamme"),chiamata anche Múspell, è il regno del fuoco nella mitologia norrena. È la dimora dei Giganti del fuoco (chiamati anche "figli di Muspell") e del loro capo, Surtr. È costituito da puro fuoco, in opposizione alla terra del nord, Niflheimr, che è ghiaccio. I due regni si incontrarono e crearono l'acqua dalla fusione del ghiaccio nel Ginnungagap.
Una curiosità riguarda la nascita delle stelle secondo il mito norreno si riferisce a 

Múspellsheimr come luogo di provenienza di quei fuochi, come riporta il testo:

«Poi presero scintille e fiammelle, che correvano libere, e furono lanciate fuori dal Múspellsheimr, e le posero nel mezzo del Ginnungagap nel firmamento, sia in alto che in basso, affinché illuminassero cielo e terra.»

Riproduzione tratta dalle descrizioni del gigante Surtr
Durante il Ragnarǫk,Surtr, gigante proveniente dalla terra del fuoco, dopo aver sconfitto Freyr ( divinità simbolo dell’equilibrio), darà fuoco al mondo con la sua spada di fiamma, in modo da consumarlo interamente, e permetterne la rinascita; solo la coppia di umani composta da Líf e Lífþrasir scamperà a questo fuoco, rifugiandosi in una foresta, dopodiché ripopolerà la Terra.

STEP#3


Località: Viterbo
Evento: I° Festival degli artisti di strada
Macchina: Canon EOS 4000D

lunedì 23 marzo 2020

STEP #2 Origine mitica della parola fuoco


Rappresentazione tratta da un libro sacro Indù di Agni
Come analizzato nel post precedente, la scrittura si è rivelata essere una sorta di evoluzione "su carta" del pensare attraverso immagini, con gli uomini che gradualmente iniziarono ad associare termini ad oggetti. L'origine della parola 'Fuoco' si perde nel mito e nella fantasia, pertanto ciò che segue non è altro che un miscuglio eterogeneo di concezioni prese in prestito e dalla storia e dalle leggende. L'uovo cosmico Hiranyagarbha, "grembo d'oro", identificato anticamente con l'anima cosmica, galleggiava nell'oceano primordiale avvolto dall'oscurità della non-esistenza. Quando l'uovo si schiuse, dalla metà superiore del guscio, fatta d’oro, nacque il cielo (Dyaus); dalla metà inferiore del guscio, fatta d’argento, nacque la terra (Prthivi), le membrane interne del guscio formarono le montagne e quelle esterne le nuvole; le vene e i liquidi formarono i fiumi e i mari. La leggenda racconta che da Dyaus e Prthivi nacquero  molte divinità tra cui, una delle più importanti, Agni, dio del fuoco, che rappresentava le forze della luce oltre che il “fuoco vitale” che arde dentro ciascun uomo. Secondo la mitologia vedica con lo schiudersi dell’uovo cosmico insieme a Dyaus e Prthivi nacque un’altra divinità fondamentale Vāc, divinità del suono e della parola che parallelamente al formarsi di tutto il creato iniziò ad assegnare i nomi agli oggetti e ciascuno di essi  divenne il custode del proprio, secondo questa teoria ogni oggetto racchiude in se stesso il proprio nome originale e spetta solo a “lui” rivelarlo o meno. Con la nascita dei figli di Dyaus e Prthivi, Vāc affidò a ciascuno il proprio nome seguendo un significato mistico nella fonetica di ciascuna lettera che li componeva. In questo modo nacque il termine Agni, antenato dell”ignis” latino da cui deriva, a sua volta il termine fuoco italiano.

giovedì 19 marzo 2020

STEP #1 Significato letterale, origine etimologica e concezione del fuoco











FUOCO: insieme degli effetti calorifico e luminoso della combustione, che hanno la loro manifestazione nella fiamma. Considerato dai primi filosofi greci come uno dei quattro elementi, cioè la materia divina e incorruttibile di cui sono formati gli astri e le anime, ha sempre occupato un posto fondamentale in quasi tutte le religioni del mondo. Nel linguaggio comune il termine è riferito di solito alla combustione di sostanze solide.

Di seguito riporto alcune traduzioni del termine esaminato nelle lingue più diffuse sul pianeta:


Inglese= fire

Francese=feu
Spagnolo=fuego
Tedesco=feuer
Cinese=火

Nonostante la differenza dei ceppi linguistici d’origine con il francese, lo spagnolo e l’italiano direttamente discendenti dal latino e l’inglese ed il tedesco di stampo germanico è evidente una somiglianza fonetica oltre che grammaticale anche se l'origine dei termini non è la medesima. Si vede come le diverse espressioni facenti parte del gruppo delle lingue neolatine derivino direttamente dal latino con diverse influenze del greco. Il primo usava per indicare il termine Fuoco con il termine Focus, ma anche Ignis veniva usato per riferirsi all'ardente elemento naturale. Per i latini Focus derivava dal verbo Foveo che significava riscaldare,alimentare, nutrire, ma anche amare, confortare. Da qui deriva il termine focolare ad esempio.
Con Ignis i latini indicavano il fuoco vero e proprio inteso come elemento che brucia, che arde, poeticamente venne usata l'espressione "meus ignis" per indicare la "mia amata".
Per quanto riguarda il Greco, invece, come per il latino presenta due termini per indicare il fuoco uno è Pur, Puros πῦρ, πυρός, l'altro invece è φως Fos. Il primo ha lo stesso significato di "Ignis" latino. E' molto più particolare ed interessante invece il significato del secondo termine che era in realtà un modo per i greci, non tanto di indicare Fuoco, quanto più Luce, Fiamma, Lume. Da qui derivano termini come Fotogramma, Fotografia, Fotogenico, insomma cose che hanno appunto a che fare con la Luce e il suo impiego.(<http://etimologicamania.blogspot.com/2014/11/etimologia-di-fuoco.html).

Simbolo tipico dello Xu cinese
Per quanto riguarda il  cinese, il termine fuoco rappresenta uno dei 5 elementi (acqua,  terra, legno, metallo e, appunto, fuoco) appartenenti ai cosiddetti WU XING (letteralmente “ cinque elementi”). E’ un concetto molto caro alla cultura cinese, che viene applicato ad innumerevoli campi, dalle arti marziali alla medicina tradizionale. Il Wu Xing, insieme al huo (traduzione del termine fuoco), si suppone sia comparso nel periodo delle primavere e degli autunni, periodo della storia cinese che va dal 722 a.C. al 481 a.C., e fu il filosofo mandarino Chou Yen ad esporre per primo tale teoria, che consiste nella visione sistematica dell’antica filosofia taoista cinese, che ha applicazioni nei campi più disparati come il feng shui, la numerologia, la filosofia e la divinazione.

L'espressione inglese "fire" deriva da un inglese ancora più antico FYR che a sua volta si fa derivare da un protogermanico FUIR, la stessa origine da cui deriva, molto probabilmente, anche il "fuoco tedesco", Feuer.

STEP#24 Sintesi blog

Nel corso di questi mesi abbiamo sviscerato moltissimi, se non tutti, aspetti del fuoco. Abbiamo esaminato lo sviluppo fono-sintattico del t...